lunedì 15 aprile 2019

Easter!

Hi, girls and boys!
Easter is near! We'll eat a lot of chocolate eggs in this time...😋😋😋😋😋
But now, we have to do just one homework.... You have to do a summary of these notes on Easter. Please, make a good work, like if you were a journalist!
Ok? Let's start!
(The homework is for april the 29th (after the Easter Holiday).


La Pasqua
Dopo Natale, Pasqua è una delle feste più importanti dell'anno da spiegare ai bambini e da condividere con la propria famiglia. Per questo abbiamo pensato di affrontare l'argomento raccontandovi il significato della Pasqua, le tradizioni legate ad essa e come la si festeggia nelle altre parti del mondo.
Pasqua deriva dal nome ebraico Pesah, passaggio. L'etimologia del termine è comune in quasi tutta Europa, si passa infatti da Pâques francese alla Pascua spagnola, Pashke albanese fino alla Pasen olandese.
La Pasqua, a differenza del Natale, non viene celebrata ad una data fissa, ma cambia ogni anno, rimanendo però ferma la costante di festeggiarla di domenica. Ciò dipende dal fatto che la data si calcola in base alla luna.

Perché la data di Pasqua è "mobile"? 
Agli albori dei Cristianesimo, la Resurrezione era ricordata ogni domenica. Successivamente, la Chiesa cristiana decise di celebrarla soltanto una volta l'anno, ma parecchie correnti religiose dibatterono tra di loro per stabilire la data dell'evento. Le controversie ebbero termine con il concilio di Nicea dei 325 d.C.,che affidò alla Chiesa di Alessandria d'Egitto il compito di decidere ogni anno la data.

Come si calcola la Pasqua
Partendo dalle norme del concilio di Nicea, per le quali la Pasqua doveva cadere la domenica seguente la prima luna piena di primavera, oggi la data si calcola scientificamente, sulla base dell'equinozio di primavera e della luna piena, utilizzando per il computo il meridiano di Gerusalemme, luogo della morte e risurrezione di Cristo. 

È da notare come la data della Pasqua ortodossa non coincida con quella cattolica, perché la Chiesa ortodossa utilizza per il calcolo il calendario giuliano, anziché quello gregoriano. Pertanto, la Pasqua ortodossa cade circa una settimana dopo quella cattolica.

La Pasqua più antica è quella ebraica, con la quale si celebra la liberazione del popolo di Mosè dalla schiavitù in Egitto e viene festeggiata in occasione del primo plenilunio dopo l'equinozio di primavera.

La Pasqua cristiana celebra, invece, la Resurrezione di Cristo e viene festeggiata la domenica successiva al primo plenilunio dopo l'equinozio primaverile.
La festa è legata anche al risveglio della natura. L'evento ha sempre avuto risonanze agresti e risale ad un'antica celebrazione con cui veniva festeggiato l'arrivo della primavera tramite offerte di ringraziamento, tra cui le primizie dei campi, e sacrifici di agnelli, la cui carne veniva consumata con un pasto rituale. Oggi come in passato si ritrovano sulla tavola le spighe di grano tramutate in pane, le erbe, le uova, l'agnello, caratteristici alimenti della Pasqua.

Pasqua, tradizioni nel mondo
Pasqua, la festa di primavera è festeggiata in tutto il mondo; in Italia c'è l'uovo di cioccolata, la classica Colomba, che simboleggia la pace, e numerose specialità regionali, come la pastiera napoletana, i pardulas sardi, i piadot di Pasqua della Romagna o la schiacciata di Livorno. Ma negli altri paesi con che cosa fanno festa i bambini?

Pasqua in Germania
In Germania ci sono alcune tradizioni che non si ritrovano in Italia. Per i bambini, il simbolo della Pasqua è rappresentato da un "coniglietto". Nel periodo pasquale le case si tingono di colori. Le finestre sono abbellite con disegni di coniglietti, uova e altri motivi; le decorazioni si possono trovare nei mercati di molte città che in arrivo della Pasqua vendono di tutto per abbellire le case. Chi ha poi tempo decora anche i gusci delle uova e per i bambini: pitturare le uova rappresenta sempre un gran divertimento. 
La domenica di Pasqua è il giorno in cui i bambini vanno alla ricerca delle uova che i genitori nascondono nel giardino o in casauova di cioccolato e a volte anche dei giocattoli. 
Il pranzo pasquale è comunemente a base d'agnello e anche il dolce tradizionale ha la forma di un agnello. La sera, soprattutto in campagna, si fanno dei fuochi, dove i contadini bruciano tutti rami secchi che trovano e che simboleggiano la fine dell'inverno e la venuta della primavera.

La Pasqua in Francia
In Francia le campane della chiesa sono silenziose dal venerdì fino a Pasqua, un segno di dolore per il Cristo crocefisso, la cosa curiosa è che ai bambini francesi si dice che le campane sono volate via a Roma, così la mattina di Pasqua i bambini corrono veloci all'esterno con il naso puntato all'insù per guardare le campane che volano nuovamente verso casa. Intanto che i piccoli sono occupati a guardare il cielo per scoprire se riescono a vedere le campane, i genitori nascondono le uova di cioccolato, affinché i bambini le trovino più tardi.

Pasqua nei paesi nordici
I paesi nordici accolgono la Pasqua festeggiando anche l'arrivo della primavera. Essendo la maggior parte degli scandinavi di religione luterana (l'86% dell'intera popolazione), la Pasqua assume un significato minore ed è considerata un giorno di vacanza. In Svezia e Finlandia la domenica delle Palme si benedicono dei rami di pioppo bianco con le gemme. 
In alcune zone della Finlandia si usa ancora accendere falò la notte del sabato, in memoria dell'antica tradizione d'origine medioevale di scacciare i cattivi dal proprio focolare domestico; i bambini la settimana prima della Pasqua si travestono e distribuiscono le loro letterine in cambio di caramelle.
La Pasqua si tinge di colori luminosi anche in Danimarca dove a Pasqua tutto deve essere colorato di giallo, dalle candele alla tovaglia; e in Olanda dove in casa si mettono dei fiori gialli e la maggior parte della gente appende una corona decorata alla porta di casa. Qui le uova pitturate sono appese ad un albero nel giardino. Il coniglietto pasquale nasconde in giardino le uova sode colorate che poi i bambini cercheranno per tutta la mattinata.

La Pasqua in Grecia
In Grecia la Pasqua è molto sentita. In tutta la nazione si organizzano balli, processioni e manifestazioni folcloristiche. Quelle di Corfù, Mégara (presso Atene), Aràchova e Livadia (presso Delfi) sono molto belle e particolari, ma quelle più caratteristiche sono quelle che s'ispirano alle tradizioni antiche a Creta e Atene. 
Nella notte di Pasqua vengono suonate le campane. I fedeli si recano in chiesa, che è tenuta al buio, ed accendono la candela che recano con sè e che poi porteranno a casa, per celebrare il Dio Risorto che porta la luce. Dopo giorni di rigoroso digiuno, si pranza con la "soupa mayeritsa" accompagnata da riso alla greca, con le uova colorate di rosso, con il pane pasquale e la tipica "Maghiritsa", una zuppa fatta con le interiore dell'agnello.
Prima del pranzo, inizia la "battaglia delle uova", una vera sfida all'ultimo uovo. Ogni ospite gioca tenendo l'uovo stretto nella mano e colpendo la punta dell'uovo del vicino: vince l'ospite che dopo aver combattuto con tutti avrà ancora l'uovo intero.

Pasqua in Inghilterra
Eccoci poi all'Inghilterra, nazione in cui durante le festività pasquali sono rivolte particolari attenzioni a persone bisognose: ai poveri sono donate delle offerte e gli anziani sono aiutati nel lavaggio dei piedi. Per i bambini, c’è Easter Bunny che nasconde le uova di Pasqua nel giardino o in casa. La domenica mattina si fa la “Easter Eggs Hunt”, la caccia alle uova di Pasqua. In alcune zone dell’Inghilterra, il lunedì dopo Pasqua si svolge la “Eggs Rolling”: si fanno rotolare giù da una collina o da una discesa le uova colorate e vince l’uovo che arriva per primo.
Un'usanza culinaria è il dolce tipico pasquale rappresentato dagli "hot cross buns", piccole brioche fatte con uvetta e cannella, decorate con una croce fatta di glassa per ricordare la passione di Cristo.


Pasqua in Russia
In Russia, tutti gli occhi sono puntati sulla cittadina di Sagorsk, dove risiede il Patriarca di Mosca e di tutta la Russia. Il rito pasquale incomincia a mezzanotte di sabato con una processione attorno alla cattedrale. La mattina del giorno di Pasqua la famiglia russa si reca sulla tomba di un parente e lì consuma un picnic. 
Alla sera si fa un banchetto con diversi tipi di carne, pesce e funghi, dove non manca il "Pabcha", un piatto sostanzioso a base di quark e il panettone pasquale chiamato "Kulitch" accompagnato dalla ricotta dolce. In Russia le uova sode vengono colorate di rosso, simbolo di nuova vita ottenuta mediante il sacrificio di Cristo, mentre in Polonia, Ungheria e in Cecoslovacchia, durante la Pasqua, i giovani, mediante un antico rito di fertilità, spruzzano le ragazze con l'acqua di sorgente.

Pasqua in Spagna
Sentitissima la settimana santa in Spagna: a Barcellona è sentita soprattutto durante la domenica delle Palme, in cui si ricorda l'ingresso di Gesù nella città di Gerusalemme, dove fu accolto con palme e rami d'ulivo. Una volta i rami di palma venivano tagliati, le foglie intrecciate e conservate lontano dalla luce, quindi veniva mantenuto il loro originale colore bianco con lo zolfo, l'oscurità e l'umidità. Le palme sono rami intrecciati, ma ci sono anche i "palmons" cioè i rami interi. Questi vengono portati dai bambini in chiesa perché siano benedetti. Le palme vengono decorate con un rosario di zucchero e dolci.
È usanza appendere alle porte e alle finestre palme e "palmons" per proteggere la casa. In Catalogna, è tradizione mangiare una torta pasquale, chiamata "Mona", decorata con uova di cioccolato, piume e una piccola figura di cioccolato che rappresenti o un personaggio noto ai bambini o uno proveniente dal mondo delle fiabe. Questo dolce viene tradizionalmente dato al proprio figlioccio dal padrino.
Ma è a Siviglia che la Pasqua esplode nel vero senso della parola durante la Semana santa. La tradizione della "Settimana Santa" risale al XVI secolo, quando la chiesa cattolica decise di far comprendere la passione di Cristo alla popolazione in modo facile e allo stesso tempo efficace. Gli artisti più famosi furono incaricati di ricreare in legno le sante figure che poi venivano rivestite di vesti di seta e portate in testa alle processioni. Si inizia la domenica delle Palme, una settimana prima di Pasqua. 
Il Venerdì Santo la cerimonia raggiunge il culmine e termina il sabato. I gruppi di statue vengono portati avanti e indietro giorno e notte dalle parrocchie alla cattedrale dai "Nazarenos", "Penitentes" e "Costaleros"; con cerimonie sfarzose e una retorica teatrale, con tribune e ghirlande, bandiere e croci; le scene vengono rappresentate come una costosa festa dei sensi, un percorso che può richiedere anche 8 ore, con un peso per ogni portatore di 50-100 chili. 
Le liste di attesa per essere accettati in una delle 57 Confraternite della Settimana Santa sono lunghe, per l’abitante di Siviglia è una questione d’onore diventare un "capillita", un membro di queste confraternite. Grazie alla Settimana Santa Siviglia appartiene alle poche città spagnole in cui sopravvive l’artigianato: intagliatori, pittori di statue di santi, ricamatori, argentieri, orafi, che all’ombra della cattedrale fanno lo stesso lavoro dignitoso come nel XVI e XVII secolo.

Simboli della Pasqua
·         Uova: rappresentano il freddo e triste sepolcro che viene spazzato via da Cristo che risorge e vince la morte. Ecco perché a Pasqua ci si scambia l'uovo con sorpresa.
·         Colombe: simboleggiano l'inizio di una nuova vita: La Resurrezione.
·         Campane: sono gli strumenti più adatti a trasmettere velocemente e con gioia il "lieto annuncio" della Resurrezione
·         Ulivo: simbolo della Pace, rappresenta Dio che " fa la pace" con gli uomini attraverso il dono di suo Figlio Gesù che vince la morte per dare anche a noi la possibilità di risorgere
·         Primavera: dai tronchi freddi e morti dell'inverno quasi per incanto sbocciano le gemme e tutta la natura comincia a rivivere

Perché si scambiano le uova a Pasqua?
L'uso di regalare uova è antichissimo. Sicuramente è legato al fatto che la Pasqua coincide con l'inizio della primavera, originariamente celebrata con riti per la fecondità ed il rinnovamento della natura. L'uovo simboleggia, infatti, la vita che si rinnova. Nel Medioevo era tradizione regalare uova ai servitori; pare che i primi a rendere l’uovo protagonista di un gesto cerimoniale (e benaugurante) siano stati i Persiani.
Festeggiavano l'arrivo della primavera con lo scambio di uova di gallina, veri e propri porta fortuna contro pestilenze e carestie. Da noi, in Occidente, l'usanza di scambiarsi uova "della rinascita" e del buon augurio (la funzione oggi simboleggiata nel "dolce" rito delle uova pasquali) è più recente: risale al 1176, quando re Luigi VII rientrò a Parigi dopo la II crociata. Per festeggiarlo, il capo dell'Abbazia di St. Germain-des-Près gli donò metà dei prodotti delle sue terre, incluse uova in gran quantità, poi distribuite a piene mani al popolo.
L'usanza di donare uova decorate con elementi preziosi va molto indietro nel tempo e già nei libri contabili di Edoardo I di Inghilterra risulta segnata una spesa per 450 uova rivestite d'oro e decorate da donare come regalo di Pasqua.

Il simbolo del coniglio a Pasqua
Il coniglio è un simbolo pasquale molto diffuso negli Stati Uniti e nei paesi dell'Europa settentrionale. Il coniglietto pasquale, "easter bunny" in inglese, trae origine dai riti pagani pre-cristiani sulla fertilità.

Il coniglio e la lepre divennero fin dall'antichità il simbolo del rinnovamento della vita e della primavera.
Il coniglio come simbolo della Pasqua sembra avere origine in Germania nel XV secolo, come testimoniano le cronache dell'epoca.  I primi dolci e biscotti a forma di coniglio sembra si siano diffusi sempre in Germania ai primi dell'800.
Furono gli immigrati tedeschi e olandesi che portarono in America la tradizione, secondo la quale il coniglietto pasquale porta un cesto di uova colorate ai bambini che si sono comportati bene.
Ma dato che è un po' dispettoso, le nasconde tra l'erba e i cespugli del giardino.

Perché si colorano le uova a Pasqua
A Pasqua c'è la tradizione di colorare e decorare le uova. La spiegazione risiede in questo aneddoto del Vangelo: Maria Maddalena era una delle donne che erano andate al sepolcro di Gesù, ma l'aveva trovato vuoto. Allora corse alla casa nella quale erano i discepoli, entrò tutta trafelata e annunciò la straordinaria novità.
Pietro, uno dei discepoli, la guardò incredulo e poi disse: "Crederò a quello che dici solo se le uova contenute in quel cestello diverranno rosse." E subito le uova si colorarono di un rosso intenso!

Pasqua, gli auguri in lingue diverse
Happy Easter INGLESE
Joyeuses PaqueS FRANCESE
Frohe Ostern TEDESCO
Feliz Pascua SPAGNOLO
Boa Pascoa POR­TOGHESE
Kalo Paska GRECO
Zalig Paasfeest OLANDESE
Schastilvoi Paschi RUSSO
Srecan Uskrs SERBO
Sretan Uskrs CROATO
Giad Pàsk SVEDESE
A fraylekhn Pesah YIDDISH

(Da Pianetamamma.it)

martedì 5 marzo 2019

Carnival!!!

Hi girls and boys!😉 I want to wish you a very happy carnival! Enjoy yourselves and be careful when you're at the floats parade!🎉🎭🎉






domenica 23 dicembre 2018

Christmas is here!

Hello girls and boys!
Yesterday we had our " Concerto di Natale"... Oh, what a beautiful athmosphere it was! And I want to say that you've been very very nice👍👍👍😍😍😍
All the chants were perfect!
I'm very proud of you❤❤
Ora, però, voglio dirvi che vorrei tanto che queste vacanze natalizie siano un periodo di ricarica per voi. Ricaricatevi di energie, di divertimento, di Gioia, di Felicità, di AMORE! Trascorrete quanto più tempo possibile con la vostra famiglia, con i vostri amici, con tutti coloro a cui volete bene. Non c'è nulla di più bello! I membri della vostra famiglia saranno sempre le persone che vi ameranno di più.
Non mi resta che augurarvi un meraviglioso Natale: la nascita di Gesù sia il faro che illumina la vostra vita e vi ricordi che il Suo messaggio d'amore è sempre attuale.
Un abbraccio forte!
BUON NATALE!!!

mercoledì 28 novembre 2018

Poems

Hello girls and boys!
Sorry! I'm late.... 😅
Here you find three poems written by three famous italian poets: Giuseppe Ungaretti, Giovanni Pascoli, Giacomo Leopardi. three poets and three G....
You have (devi) simply to choose (scegliere) one poem, your favourite, and copy on your poetry exercise-book. Then (poi) you try (provi) to explain (spiegare) what the poem say (cosa dice la poesia) and what you feel (cosa senti) by reading it (leggendola).
Ok? No paraphrase, no analysis, no comment. Ok?
It's not difficult!!! And it isn't a long and hard work.....😉
So... GOOOOOD WORK!!!


NATALE

Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade.
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle.
Lasciatemi cosi
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata.
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono.
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare.
                         Giuseppe Ungaretti

Il lampo

E cielo e terra si mostrò qual era:

la terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tacito tumulto
una casa apparì sparì d’un tratto;
come un occhio, che, largo, esterrefatto,
s’aprì si chiuse, nella notte nera.
                             Giovanni Pascoli


L'infinito

Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
Spazi di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo; ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e il suon di lei. Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare.
                                  Giacomo Leopardi

venerdì 16 novembre 2018

Novembre

Hello girls and boys!!!! Nice to be with you again! How are you?😊
I'm very happy, because........ CHRISTMAS IS COMING!!!!
Do you feel it in the air? Do you smell that special Christmas scent? I already have in my mouth the Christmas flavor. Don't you?..........
But we are now in NOVEMBER......
So: let's speak about november!👍 
I want to tell you november with a great italian poet: Giovanni Pascoli.
This is one of his poems:


NOVEMBRE

Gemmea l’aria, il sole così chiaro
Che tu ricerchi gli albicocchi in fiore,
E del prunalbo l’odorino amaro
Senti nel cuore….

Ma secco è il pruno e le stecchite piante
Di nere trame segnano il sereno,
E vuoto il cielo, e cavo al pie’ sonante
Sembra il terreno.

Silenzio, intorno; solo, alle ventate
Odi lontano, da giardini e orti,
Di foglie un cadere fragile. È l’estate,
Fredda, dei morti.
                                    Giovanni Pascoli

Analisi
Questa poesia è stata scritta da Giovanni Pascoli e parla dell’estate di San Martino.
È composta da 12 versi divisi in 3 strofe. Ogni strofa ha i versi legati da una rima alternata ABAB CDCD EFEF.
Al verso 1 è presente una metafora (gemmea l’aria).
Nella seconda strofa è presente l’allitterazioni della s e della r che contribuiscono a comunicare il senso di aridità della natura.
Nel penultimo e l’ultimo verso è presente un ossimoro (accostare, nella medesima frase, parole che esprimono concetti contrari): l’estate fredda.

Parafrasi
L’aria è limpida e fredda come una gemma, il sole è così luminoso che tu  ricerchi con lo sguardo gli albicocchi in fiore, sentendo nel cuore l’odore amarognolo del biancospino (prunalbo).
Ma (rompe l’illusione e riporta alla realtà) l’albero del biancospino è secco, le piante spoglie (stecchite) disegnano nel cielo sereno delle trame nere , il cielo è deserto [privo di uccelli], e il terreno sembra vuoto sotto il piede e risuona  mentre lo calpesta.
Intorno c’è silenzio, soltanto grazie ai soffi di vento (ventate), si sente lontano un fragile cadere di foglie, proveniente dai giardini e dagli orti. È la fredda estate dei morti (novembre tradizionalmente è il mese del culto dei morti).

Commento
Il poeta descrive quanto sia breve la felicità a cui l’essere umano può aspirare durante la sua vita. Pascoli descrive un’illusoria primavera novembrina. Il sole è “così chiaro” che egli è spinto a ricercare gli albicocchi in fiore, tipico segnale di un’estate imminente. Ma il sole si rivela un inganno: guardandosi attorno il poeta scopre un paesaggio autunnale, la vegetazione addormentata, e il cielo disabitato dagli uccelli. L’unico suono che arriva alle sue orecchie è quello delle foglie che cadono, e Pascoli ci parla di “estate fredda dei morti” (v. 11-12). Così come un’inaspettata giornata di sole a Novembre ci illude che l’estate sia vicina, la serenità e la gioia che contraddistinguono l’infanzia e la giovinezza c’ingannano rispetto a ciò che ci aspetta nell’età adulta (autunno della vita) a cui segue l’Inverno (la vecchiaia).

And this is his life:

Giovanni Pascoli

Giovanni Pascoli nacque il 31 dicembre 1855 a San Mauro di Romagna, oggi San Mauro Pascoli, da Ruggero Pascoli e Caterina Alloccatelli Vincenti. Dall’età di 6 anni studiò presso il collegio dei Padri Scolopi a Urbino dove durante la sua permanenza, nel 1867, gli giunse la notizia che suo padre, durante un ritorno a casa dalla tenuta agricola della quale ne era l’amministratore, era stato assassinato da ignoti per dei motivi rimasti per sempre sconosciuti. Pochi mesi dopo Giovanni Pascoli deve affrontare ulteriori grandissimi lutti con la scomparsa della madre, della sorella maggiore Margherita e dei fratelli Luigi e Giacomo.
Nonostante questi gravissimi episodi, che segnarono profondamente la sua sensibilità, il poeta proseguì gli studi presso il liceo di Rimini fino al 1873, anno in cui, grazie ad una borsa di studio vinta dopo un esame sostenuto alla presenza di Giosuè Carducci, potè iscriversi alla facoltà di lettere dell’Università di Bologna.
Privato della borsa di studio a causa della sua partecipazione ad una manifestazione contro l’allora Ministro dell’Istruzione, visse in grande miseria per cinque anni, costretto anche a interrompere gli studi. Nel 1879 venne coinvolto nelle agitazioni che seguirono alla condanna a morte dell’anarchico che attentò alla vita del re Umberto I a Napoli e restò in carcere per circa tre mesi.
Questa fu un’esperienza che lo segnò, interiormente, in maniera decisiva.
Giovanni Pascoli decise di abbandonare l’attività politica per riprendere gli studi lasciati in precedenza e, dopo essersi laureato, con l’aiuto del Carducci ottenne la cattedra di latino e greco al liceo di Matera. 
Successivamente si trasferì a Massa, ove si riunì alle due sorelle, Ida e Maria, allo scopo di ricostruire quel “nido” familiare distrutto dalle numerose perdite il quale aveva lasciato nel suo animo un profondo dolore. Nel 1892 vinse la medaglia d’oro al concorso di poesia latina ad Amsterdam, ripetendosi per altre dodici volte. 
Dopo aver insegnato letteratura latina all’Università di Messina, nel 1905 succede a Carducci nella cattedra di letteratura italiana all’Università di Bologna, dove vi rimase per pochi anni. 
Morì a Bologna il 6 aprile 1912 a causa di un male incurabile che lo tormentava armai da circa quattro anni.

Find some pictures of Giovanni Pascoli!!!
Happy work!!!😅😅😅

venerdì 19 ottobre 2018

Hey, girls and boys! I'm happy to meet you again on my blog!
This year will be very Hard: we are in class 5! Don't worry! We'll enjoy, too.
Ok... Now stop with english...😅
Come promesso, allego un po' di poesie: sapete già che dovete sceglierne una e copiarla. Mi è venuto in mente che potreste anche illustrarla, anche cercando in rete un'immagine che la rappresenti, stampare l'immagine e incollarla sul quaderno. 
Ovviamente, parliamo d'AUTUNNO e potreste anche sforzarvi a produrre un bellissimo disegno....
In fondo alle poesie, c'è una sorpresa!....
Ecco le poesie:


AUTUNNO
Autunno. Già lo sentimmo venire
nel vento d’agosto,
nelle piogge di settembre
torrenziali e piangenti,
e un brivido percorse la terra
che ora, nuda e triste,
accoglie un sole smarrito.
Ora passa e declina,
in quest’autunno che incede
con lentezza indicibile,
il miglior tempo della nostra vita
e lungamente ci dice addio.
Vincenzo Cardarelli

AUTUNNO
Foglie rosse, foglie gialle,
volan via come farfalle:
resta nudo l’alberello,
nudo, spoglio e poverello.
– Ma verrà la primavera! –
lo conforta l’uccellino
che venuto gli è vicino.
– Fiori e nidi tu riavrai,
e in letizia canterai,
e con te canterò anch’io
lodi e grazie al buon Dio.
G. Gasparini

FOGLIE GIALLE
Ma dove ve ne andate,
povere foglie gialle,
come tante farfalle
spensierate?
Venite da lontano
o da vicino?
Da un bosco
o da un giardino?
E non sentite la malinconia
del vento stesso
che vi porta via?
Trilussa

IL VENTO
Sentila soffia,
sentila sbuffa:
dolce ti graffia,
un’aria buffa.
Senti che voce,
senti che fiato,
vento veloce,
vento fatato.
Senti carezza,
senti spintone,
aria di brezza,
vento burlone.
Roberto Piumini

PIOVE: CHE GUAIO!
Cielo grigio. Tempo brutto.
Piove piove … dappertutto.
Erbe e fiorellini
fan la doccia nei giardini.
Luccicano strade e tetti.
I bambini, poveretti,
non possono uscire,
non si sanno divertire.
L’acqua dei fiumi cresce,
dalle sponde esce,
allaga e fa danni.
É facile prender malanni.
Con impermeabile ed ombrello,
tutti invocano il tempo bello.
Carla Piccinini

BOSCO D'AUTUNNO
Ha messo chiome il bosco d'autunno.
Vi dominano buio, sogno e quiete.
Né scoiattoli, né civette o picchi
lo destano dal sogno.
E il sole pei sentieri dell'autunno
entrando dentro quando cala il giorno
si guarda intorno bieco con timore
cercando in esso trappole nascoste.
Boris Pasternak

PIOGGIA D’AUTUNNO
Vorrei, pioggia d'autunno, essere foglia
che s'imbeve di te sin nelle fibre
che l'uniscono al ramo, e il ramo al tronco,
e il tronco al suolo;e tu dentro le vene
passi, e ti spandi, e si gran sete plachi.
So che annunci l'inverno: che fra breve
quella foglia cadrà, fatta colore
della ruggine, e al fango andrà commista,
ma le radici nutrirà del tronco
per rispuntar dai rami a primavera.

Vorrei, pioggia d'autunno, esser foglia,
abbandonarmi al tuo scrosciare, certa
che non morrò, che non morrò, che solo
muterò volto sin che avrà la terra
le sue stagioni, e un albero avrà fronde.
Ada Negri


L’ULTIMA FOGLIASola è rimasta sul ramo
Sembra un pietoso ricamo
dell’albero nudo, un lamento.
A lungo vorrebbe restare
unita a quel ramo sì forte.
Essa non sa di tornare
e teme soltanto la morte.
Essa non sa che natura
non lascia mai nulla finire;
che sempre, nel modo migliore,
tutto ritorna a fiorire.

E trema al capriccio del vento.
Teresa Stagni


AUTUNNO
Tàcite immagini della tristezza
Dal plàtano al prato!
Quando la bruma si dissolve nel monte
E un pensiero carezza
E poi lascia desolato – la marmorea fronte;
Quando la torre, e il rattoppato maniero,
Non chiede, al vecchio architetto, più nulla:
Allora il feudo intero – fruttifica una susina
Bisestile, alla collina
Dolce e brulla.
Tace, dal canto, il prato.
Il pianoforte della marchesina
Al tocco magico delle sue dita
S’è addormentato:
E dopo sua dipartita – l’autunno
S’è scelto un nuovo alunno:
Il passero!, lingua di portinaia
Dal gelso all’aia:
E il cancello e lo stemma sormonta
La nenia del campanile – e racconta
I ritorni, all’aurata foresta:
Garibaldeggia per festa
Sopra il travaglio gentile
Perché alla bella il ragazzo piaccia,
Quello che lassù canta, quello che lassù pesta.
Il vecchio marchese ha inscenato una caccia
Con quindici veltri, e galoppa,
Diplomatico sconsolato
Sul suo nove anni reumatizzato.
Della volpe nessuna notizia, nessuna traccia!
Il cavallo ha un nome inglese: e il corno sfiatato
Assorda nella tana il ghiro
Che una nocciòla impingua!
Al dodicesimo giro
La muta s’è messa un palmo di lingua
E, mòbile macchia, cicloneggia bianca
Nella deserta brughiera
Là, verso il passaggio a livello,
Dove arriva stanca,
Salendo, la vaporiera.
Passa il merci e il frenatore – più bello,
Lungo fragore! – vana bandiera!
Ha incantato la cantoniera.
Ecco il diretto galoppa – verso città lontane
E il cavallo inglese intoppa
Negli sterpi dannati e calpesta
I formicai vuoti e le tane.
Ma dal campanile canta l’ora di festa – canta
Tristezze vane!
Carlo Emilio Gadda

I PASTORI
Settembre, andiamo. È tempo di migrare.
Ora in terra d’Abruzzi i miei pastori
lascian gli stazzi e vanno verso il mare:
scendono all’Adriatico selvaggio
che verde è come i pascoli dei monti.
Han bevuto profondamente ai fonti
alpestri, che sapor d’acqua natia
rimanga né cuori esuli a conforto,
che lungo illuda la lor sete in via.
Rinnovato hanno verga d’avellano.
E vanno pel tratturo antico al piano,
quasi per un erbal fiume silente,
su le vestigia degli antichi padri.
O voce di colui che primamente
conosce il tremolar della marina!
Ora lungh’esso il litoral cammina
La greggia. Senza mutamento è l’aria.
Il sole imbionda sì la viva lana
che quasi dalla sabbia non divaria.
Isciacquio, calpestio, dolci romori.
Ah perché non son io cò miei pastori?
Gabriele D’Annunzio
SERA D’OTTOBRE
Lungo la strada vedi su la siepe
ridere a mazzi le vermiglie bacche:
nei campi arati tornano al presepe
tarde le vacche.
Vien per la strada un povero che il lento
passo tra foglie stridule trascina:
nei campi intuona una fanciulla al vento:
Fiore di spina!
Giovanni Pascoli
  
Poesia dell’autunno
Un fungo, una castagna
l’uva, la prugna e la mela cotogna.
La zucca, il ravanello
Oh, piove, prendi l’ombrello!
Lo zaino sulla spalle
le foglie tutte gialle.
Alcune son rossastre
ed altre restan verdastre!
E ad Halloween giochiamo
mentre ci prepariamo
A fare gli scherzetti
coi mostri e con i ragnetti!
Ed ora che sai tutto
di questa gran stagione
Sai indovinarne il nome?
Cinzia Rampino

NEBBIA

Che nebbione,stamattina!
E' sparito il campanile
che saliva verso il cielo.
Stan sugli orli delle strade
case grigie,senza forma:
la città sembra che dorma.
Ombre frettolose e rade
se ne vanno imbacuccate
lungo i muri rattristati,
perché il sole non li scalda.
Poche macchine per via
romban piano, i fari accesi.
Vanno i tram,scampanellando
tra quei veli cinerini
che nell'aria stan sospesi.
E le piante mute e spoglie
sono ancora in doppia fila
lungo i viali? O son fuggite
a riprendersi le foglie
in gran mucchi rastrellate?
E l'antenne sopra i tetti
si son forse distaccate
dai legami con la terra
per poter dormire un poco?
Nel nebbione, stamattina,
tutto può sembrare un gioco
misterioso.
B. Paltrinieri

Ottobre
O silenzioso mite mattino d'ottobre,
le foglie son mature per cadere;
il vento di domani, se avrà forza,
le spazzerà via tutte.
Chiamano i corvi sopra la foresta;
domani forse a stormi se ne andranno.
O silenzioso mite mattino d'ottobre;
lento comincia le ore di questa giornata.
Fa' che il giorno ci sembri meno breve.
Non ci dispiace se tu dolcemente ci illudi,
illudici nel modo che tu sai.
Stacca una foglia allo spuntar dell'alba,
a mezzogiorno stacca un'altra foglia;
una dai nostri alberi, ed un'altra
molto lontano.
Trattieni il sole con nebbie gentili;
incanta la campagna d'ametista.
Ma piano, piano!
Per amore dell'uva, se non altro,
i cui pampini bruciano nel gelo,
i cui grappoli andrebbero distrutti
per amore dell'uva lungo il muro.
R. Frost

Ed ora, ecco la sorpresa!


MATTINA
M’illumino
d’immenso.
Giuseppe Ungaretti

È la poesia che a voi è piaciuta tanto....
Ora ve ne propongo un'altra. Sapete analizzarla e commentarla?... Almeno copiate entrambe le poesie sul quaderno.

SOLDATI

Si sta come
d’autunno
sugli alberi
le foglie.
Giuseppe Ungaretti

Alcune immagini di Giuseppe Ungaretti:



Finito! Non mi resta che augurarvi buon lavoro!!!!