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Here you find our lesson on "Ognissanti e Commemorazione dei defunti".
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Bye bye!
OGNISSANTI E COMMEMORAZIONE DEI DEFUNTI
La Festa di
Ognissanti o di Tutti i Santi cade il 1° novembre di ogni anno. Le origini di
questa ricorrenza sono lontanissime e si possono rintracciare al tempo
dell’antica cultura delle popolazioni celtiche. I processi storici e culturali
che hanno portato questo giorno ad avere un’importanza assoluta nel mondo
cattolico, sono molti.
Tutto
sembrerebbe risalire, come dicevamo, alla cultura celtica la cui tradizione
divideva l’anno solare in due periodi. Quello in cui c’era la nascita e il
rigoglio della natura e quello in cui la natura entrava in letargo passando un
periodo di quiescenza.
I giorni di
inizio di questi due periodi venivano quindi festeggiati. Il primo,
durante il mese di maggio (quello della vita, e quindi della rinascita della
natura) e il secondo a metà autunno (quello della morte, e dunque della quiete
della natura). Questi due giorni venivano chiamati rispettivamente Beltane
e Samhain.
Nello stesso
periodo storico, presso i romani si festeggiava un giorno simile. Si tratta
della festa in onore di Pomona, dove si salutava la fine del periodo
agricolo produttivo e si ringraziava la terra per i doni ricevuti. Quando
Cesare conquisto la Gallia, le due feste pagane, celtica e romana, si
integrarono. I giorni per il festeggiamento, quindi, cadevano, a secondo delle
zone, in un periodo che si collocava tra la fine del mese di ottobre e i primi
giorni di novembre.
Questa notte
veniva chiamata Nos Galan-Gaeaf, cioè notte delle calende d’inverno.
Con
l’affermarsi del cristianesimo, al significato di questa festa prettamente
agricola e pagana, se ne sovrappose un altro prettamente spirituale e
religioso. Nel significato religioso si voleva commemorare il mondo
dell’aldilà .
Nel VII
secolo si tentò di andare oltre. Ovvero,
cambiare la festa pagana in festa cristiana dandone così un significato
puramente religioso. Per togliere ogni residuo di paganesimo, l’idea originale
fu quella di abolire la festa pagana. Questa decisione, però, avrebbe scatenato
le ire del popolo ancora molto ancorato alle antiche tradizioni. Si optò quindi
per un riequilibrio e il giorno di
festa religioso venne chiamato Tutti i Santi. Giorno in cui poter
onorare i santi e che cadeva il giorno 13 del mese di maggio.
La
conseguenza di questa decisione fu quella di avere due feste affiancate, una
pagana e una cristiana. Circa due secoli più tardi, e più precisamente
nell’835, Papa Gregorio IV fece coincidere la data della festa cristiana di
Ognissanti o di Tutti i Santi con quella pagana per diminuire ancor di più
il peso dell’antico culto precristiano. Il giorno della festa di Tutti i
Santi cadeva quindi il 1° novembre di ogni anno. Giorno che cadeva in
coincidenza del giorno successivo alla notte delle calende d’inverno. Ma
anche questo non bastò a sradicare il culto pagano. La Chiesa, così, introdusse
nel X secolo una nuova festa, quella dedicata ai morti, che cadeva il 2 novembre.
La tradizione
culinaria della Festa dei Morti accomuna per significato e finalità tutte le regioni
della penisola. Ciò dimostra che, se è vero che oggi il culto commemora i
defunti attraverso il suffragio e la preghiera, altrettanto vero è che molte
delle antiche usanze continuano a vivere nel comune intento di ricordare gli
avi defunti.
In alcune
zone della Lombardia, la notte tra l’1 e il 2 novembre si suole mettere
in cucina un vaso di acqua fresca; in Friuli si lascia un lume acceso,
un secchio d’acqua e un po’ di pane, mentre nel Veneto, per scongiurare
la tristezza, nel giorno dei morti i fidanzati offrono alle promesse spose un
sacchetto con dentro fave in pasta frolla colorata, i cosiddetti “Ossi da
Morti”. In Trentino le campane suonano per molte ore, mentre in Liguria la tradizione vuole che il
giorno dei morti si preparino i “bacilli” (fave secche) e i “balletti”
(castagne bollite). In Piemonte e in Val D’Aosta le famiglie
lasciano invece la tavola imbandita e si recano a far visita al cimitero, mentre
nelle campagne cremonesi ci si alza presto la mattina e si rassettano
subito i letti; si va poi per le case a raccogliere pane e farina con cui si
confezionano i tipici dolci detti “ossa dei morti”. In Umbria si producono invece tipici dolcetti devozionali
a forma di fave, detti “Stinchetti dei Morti”, che si consumano da antichissimo
tempo nella ricorrenza dei defunti
In Abruzzo,
oltre all’usanza di lasciare il tavolo da pranzo apparecchiato, si lasciano dei
lumini accesi alla finestra, tanti quante sono le anime care, e i bimbi si
mandano a dormire con un cartoccio di fave dolci e confetti come simbolo di
legame tra le generazioni passate e quelle presenti. Più a sud, in Sicilia,
il 2 novembre è una festa particolarmente gioiosa, soprattutto per i bambini,
cui vien fatto credere che se sono stati buoni e hanno pregato per le anime
care, riceveranno dei doni; quando i fanciulli sono poi a dormire, i genitori
preparano i tradizionali “pupi di zuccaro” (bambole di zucchero), con castagne,
cioccolatini e monetine. Al mattino i bimbi iniziano quindi la ricerca. In
Sardegna la mattina del 2 novembre i ragazzi si recano invece di porta in
porta per chiedere delle offerte e ricevono in dono pane fatto in casa, fichi
secchi, fave, melagrane, mandorle, uva passa e dolci, mentre la sera della
vigilia anche qui si accendono i lumini e si lasciano la tavola apparecchiata e
le credenze aperte.
Il culto
pagano, però è sempre sopravvissuto nella cultura dei popoli europei, fino ai
giorni nostri. Si tratta in special modo di quello celtico, nonostante un
lungo periodo di quasi totale dimenticanza.
Infatti la
notte di Nos Galan-Gaeaf dell’antica cultura celtica viene rievocata,
soprattutto nei paesi di cultura anglosassone, nella notte di Halloween. Il
significato di questa parola è proprio vigilia di Ognissanti o di Tutti i
Santi (All Hallows = Tutti i Santi + eve = Vigilia).
(Notizie tratte da "Mitiemisteri" e da "Leonardo.it")
Ognissanti
Biscotti Ossa dei morti
Fave dei morti
Biscotti Ossa dei morti
pupi di zuccaro (Sicilia)